Le prime testimonianze su Meleto risalgono all'XI secolo, periodo in cui il Castello apparteneva ai monaci Benedettini della Badia a Coltibuono. Il nome “Meleto in Chianti” è citato per la prima volta nel 1256 nel Libro degli Estimi dei Guelfi fiorentini, come proprietà di una famiglia feudale locale. Venendo all’epoca moderna, nel 1968 la società Viticola Toscana acquisì il Castello e circa 1400 ettari di terreno circostante. La società di impegnò a valorizzare la vocazione agricola del territorio, che all’inizio degli anni ’70 versava in condizioni di abbandono e sottosviluppo. Furono recuperati i boschi, piantati gli uliveti e 160 ettari di terreno furono destinati ai vigneti, principalmente per la produzione di Chianti Classico Docg. Il Castello di Meleto si trova proprio nel cuore del Chianti Classico. Ad attraversare le sue terre è il torrente Massellone, un tempo chiamato Clante, dal cui nome pare derivi quello della denominazione. I terreni aziendali raggiungono i 600 m slm, con altimetria media tra i 350 e i 450 metri, caratteristica che determina forti escursioni termiche tra giorno e notte, ideali per lo sviluppo degli aromi ed il mantenimento della freschezza. Protagonista assoluto è il vitigno Sangiovese, simbolo del Chianti Classico che, nelle singole sottozone, dà espressioni diverse. Accanto a esso, trovano spazio anche altri autoctoni come la Malvasia Nera, il Canaiolo e il Vermentino insieme a varietà internazionali come il Merlot. A Meleto, grazie all’estensione della proprietà e alla lunga storia della viticoltura, sono stati selezionati i terreni più vocati, divisi in cinque macrozone, diversi per clima, pendenze, esposizione, composizione dei suoli ed altimetria: Meleto, San Piero, Poggiarso, Moci e Casi. In vigna è stato avviato un progetto di agricoltura integrata. Inoltre, ormai da più di 10 anni, il Castello si è dotato di un impianto fotovoltaico autonomo. Grazie alla ristrutturazione di Villa Meletino, sono stati ottenuti due spazi idonei per l’essicazione naturale delle uve: in questo modo viene prodotto il Vinsanto nel pieno rispetto della tradizione. Castello di Meleto vinifica esclusivamente le uve di proprietà, vendemmiate per il 70% manualmente. Una scelta, quest’ultima, dettata da due fattori: le pendenze dei terreni che raggiungono talvolta valori estremi e la volontà di selezionare il meglio della produzione. Potendo contare su un’estensione di ben 160 ettari vitati, infatti, solo le uve migliori vengono selezionate per dare origine ai vini firmati Castello di Meleto. I grappoli destinati ai vini bandiera sono sottoposti a una doppia selezione: la prima in vigneto al momento della raccolta, la seconda sul tavolo di cernita, dove ogni grappolo viene controllato manualmente da operatori esperti. Una scelta che segue la volontà di rispettare il lavoro fatto in vigna e intervenire minimamente in cantina. Le uve perfettamente sane permettono di ridurre l’uso di anidride solforosa così come di utilizzare, per le produzioni del Vigna Casi e del Camboi, le fermentazioni spontanee, innescate, cioè, dai lieviti autoctoni presenti sulle uve. Si ottengono così vini di maggiore tipicità, davvero unici. I vini di Castello di Meleto si contraddistinguono per essere espressione tipica e autentica dell’area del Chianti Classico. Eleganti e strutturati, combinano la freschezza data dalle altitudini e dalle escursioni termiche delle colline di Gaiole in Chianti alla sapidità minerale conferita dai terreni rocciosi. Le basse rese a cui tutte le vigne sono assoggettate, infine, garantiscono costanza e consistenza qualitativa in tutte le tipologie prodotte.

 

 


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